Professione Accessibility Expert
Riuscire a coniugare lo sviluppo con l’accessibilità non è un’attività facile, ed è per questo che esistono delle figure professionali ad hoc: Diana Bernabei, Accessibility Expert da tanti anni, ci racconta come si fa accessibilità nel mondo reale e come lavorare in questo campo.
Come coniugare la necessità di accessibilità con la necessità di fare le cose velocemente come ci viene sempre richiesto nel mondo reale?
Coniugare l’accessibilità con la velocità di esecuzione nel mondo reale può sembrare una sfida, ma è assolutamente possibile con un approccio strategico e consapevole.
Prima di tutto, è importante comprendere che l’accessibilità non deve essere vista come un’aggiunta, ma come un elemento integrale del processo di sviluppo. Includerla sin dall’inizio del progetto evita costose e lunghe modifiche successive.
Per lavorare velocemente e in modo accessibile, è utile adottare pratiche di sviluppo agile che integrino l’accessibilità nelle loro fasi. Ciò significa fare test di accessibilità in ogni sprint e coinvolgere esperti di accessibilità durante tutto il processo. Utilizzare componenti e librerie accessibili già esistenti può anche risparmiare tempo, garantendo al contempo che le basi del progetto siano solide.
L’uso di strumenti automatizzati per il test di accessibilità può velocizzare l’individuazione di problemi comuni, permettendo di risolverli tempestivamente. Tuttavia, non bisogna fare affidamento esclusivamente su questi strumenti; le verifiche manuali sono cruciali per assicurare un’esperienza utente realmente inclusiva.
Formare il team sugli aspetti fondamentali dell’accessibilità aiuta a creare una cultura aziendale in cui tutti sono consapevoli e responsabili.
Quando tutti comprendono l’importanza dell’accessibilità, le decisioni vengono prese in modo più rapido ed efficace. Infine, mantenere una comunicazione aperta con i clienti è essenziale.
Spiegare loro l’importanza dell’accessibilità e come essa non solo amplia il pubblico ma anche migliora la qualità generale del prodotto può portare a un maggiore supporto e comprensione per i tempi necessari a implementarla correttamente.
Quanto é ancora attuale il libro di Zeldman “sviluppare siti con gli standard web”?
Si tratta di un libro sicuramente valido come “base”, ma bisogna tenere in considerazione che è stato pubblicato nel 2010 e ci sono una serie di argomenti che non vengono trattati per una questione puramente temporale, perché nati dopo.
Tra queste, viene naturale citare del design responsive, che troviamo in rete anche con l’acronimo Responsive web design (RWD). Si tratta di un approccio fondamentale per l’accessibilità sul web perché mirato a fornire layout di pagine web flessibili per offrire una visualizzazione ottimale su un’ampia gamma di dispositivi.
Il RWD infatti consente una facile lettura e navigazione su una varietà di dispositivi di diverse dimensioni, dai monitor desktop di grandi dimensioni agli schermi dei telefoni cellulari, con una quantità minima di ridimensionamento e scorrimento. Invece di creare più siti per più tipi di dispositivi, RWD consente ai progettisti di creare un sito che risponde a ciascun tipo di dispositivo che vi accede e fornisce l’output appropriato.
Che percorso di formazione consigli a chi vorrebbe occuparsi di accessibilità?
Per chi si vuole specializzare nell’accessibilità consiglio di combinare teoria ed esperienza pratica. Iniziare con le basi dell’accessibilità web e mobile, studiando le Web Content Accessibility Guidelines (WCAG) e le linee guida per le app mobili. Piattaforme come Coursera, edX e Udacity offrono corsi sia introduttivi che avanzati.
Provare ad ottenere certificazioni riconosciute come la Certified Professional in Accessibility Core Competencies (CPACC) e la Web Accessibility Specialist (WAS) dell’IAAP per consolidare le tue competenze o la certificazione di Web Accessibility Expert secondo la norma UNI11621-3 di Accredia.
Fare esperienza pratica lavorando su progetti reali, partecipando a workshop e hackathon sull’accessibilità, e cercando opportunità di volontariato o tirocinio in organizzazioni che promuovono l’inclusività digitale.
Studiare il design inclusivo con libri come “Inclusive Design for a Digital World” di Regine Gilbert e “Don’t Make Me Think” di Steve Krug. Mantienersi aggiornati seguendo blog e podcast di esperti del settore.
Infine, entrare in contatto con la comunità di professionisti dell’accessibilità partecipando a conferenze, forum online e gruppi di discussione. Collaborare e interagire con esperti offrirà preziose opportunità di apprendimento e crescita continua.