ChatGPT e proprietà intellettuale

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  • 2023-07-13 - 6 minuti
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Potreste aver sentito parlare di ChatGPT nelle ultime settimane, anzi, potreste essere tra il milione di persone che ha iniziato a sperimentarlo subito dopo il suo lancio. ChatGPT è un chatbot lanciato dalla società di intelligenza artificiale OpenAI. Il sistema è stato originariamente creato per fornire supporto al servizio clienti online, ma l’intelligenza artificiale alla base di questo programma ha superato ogni aspettativa, diventando molto popolare.

Che cos’è ChatGPT? Abbiamo deciso di chiederglielo direttamente!

ChatGPT è un modello di intelligenza artificiale sviluppato da OpenAI, basato sull’architettura GPT-3.5. Si tratta di un sistema di generazione del linguaggio naturale, addestrato su una vasta quantità di testi provenienti da diverse fonti presenti su Internet. ChatGPT è stato progettato per interagire con gli utenti in modo conversazionale e fornire risposte e informazioni su una varietà di argomenti. Il modello utilizza un’architettura di rete neurale trasformatore che gli consente di comprendere e generare testo in modo coerente. Attraverso l’apprendimento supervisionato e l’adattamento ai dati di addestramento, ChatGPT è in grado di rispondere alle domande degli utenti, fornire spiegazioni, svolgere compiti di traduzione, creare testo e altro ancora.

È importante notare che ChatGPT, come molti altri modelli di linguaggio, riflette le informazioni presenti nei dati con cui è stato addestrato. Può quindi essere influenzato da eventuali pregiudizi o inesattezze presenti in tali dati, motivo per cui OpenAI ha dichiarato il suo impegno nel migliorare continuamente il modello per renderlo più affidabile, sicuro ed eticamente responsabile.

Tecnicamente parlando, ChatGPT è una chat autogenerativa che estrae dati da libri di testo, giornali, siti web e articoli diversi.

Quindi raccoglie questa enorme quantità di dati e li elabora utilizzando l’elaborazione del linguaggio naturale (conosciuto come NLP), per renderli comprensibili e il più possibile simili al linguaggio umano.

Questo chatbot è in grado di creare una varietà di contenuti tutelabili dalla legge sulla proprietà intellettuale, come articoli, testi di canzoni, codici di programmazione o traduzioni di testi.

In effetti, ChatGPT si sta dimostrando davvero utile in diversi campi, anche se ci sono alcuni dibattiti e preoccupazioni al riguardo, poiché l’interazione tra proprietà intellettuale e intelligenza artificiale sta aumentando in modo esponenziale con la crescita della tecnologia: ne abbiamo parlato quando, ad esempio, Stack Overflow decise di bannare ChatGPT e chi lo utilizzava per rispondere alle domande della community.

Ma come funziona la proprietà intellettuale?

In termini di proprietà intellettuale, abbiamo affrontato qui di seguito alcune domande.

[TheRedCode]: “Chi è il proprietario dei contenuti generati da ChatGPT?”

[ChatGPT]:

“I contenuti generati da ChatGPT sono di proprietà dell’utente che fa uso del modello per interagire con esso. OpenAI, l’organizzazione che ha sviluppato ChatGPT, ha la proprietà e il controllo del modello stesso, ma non rivendica la proprietà dei contenuti generati dagli utenti.

Tuttavia, è importante notare che OpenAI può raccogliere dati sulle interazioni dell’utente con il modello per migliorare il sistema e la sua prestazione complessiva. OpenAI ha implementato politiche di privacy per proteggere i dati degli utenti e si impegna a rispettare la privacy e la sicurezza delle informazioni personali.

È fondamentale considerare le responsabilità nell’utilizzo del modello e aderire alle norme etiche e legali riguardanti i diritti di proprietà intellettuale, la privacy e altri aspetti legali pertinenti quando si utilizza ChatGPT o altri modelli di generazione del linguaggio.”

Come afferma la stessa ChatGPT, sebbene il contenuto generato possa essere protetto da copyright, non sarà di proprietà dell’IA stessa. Infatti, secondo la legge europea (e statunitense) un’intelligenza artificiale non può essere titolare di diritti d’autore, in quanto non può essere riconosciuta come autore e non ha la personalità giuridica che è un prerequisito per la proprietà di beni (immateriali).

Pertanto, ChatGPT non può essere proprietaria di ciò che scrive in quanto è “solo” un’intelligenza artificiale. Tuttavia, elabora risposte a partire dalle informazioni che ha raccolto nel suo database e quindi sta creando una nuova risposta, anche se si basa su un’informazione esistente. Questa risposta può essere tutelata dal diritto d’autore, ma ciò dipende dal fatto che possa essere considerata innanzitutto un’“opera”, cioè qualcosa che esprime le scelte creative del suo autore.

A questo proposito è importante sapere che la questione della proprietà e della paternità delle opere generate dall’IA non è ancora del tutto risolta dalla legge e, in quanto “tema caldo”, potrebbe evolversi negli anni a venire a seconda delle modifiche normative e della giurisprudenza.

Questo vuol dire che se nella risposta viene riportato integralmente o parte dell’input, questo può essere comunque raccolto e utilizzato per migliorare il sistema, come riportato anche nelle condizioni d’uso.

Per ora, sembra che gli artisti/creatori che utilizzano l’IA per supportare il loro processo creativo possano rivendicare la proprietà dell’opera se questa riflette le loro scelte e la loro creatività. D’altra parte, un comando generico come “scrivi una poesia d’amore” finirebbe per far sì che ChatGPT generi il testo senza che l’utente abbia fatto alcuna scelta creativa: in questi casi, l’esistenza di un diritto d’autore o di un’“opera” nel senso della legge sul copyright è piuttosto dubbia.

Posso usare il contenuto generato da ChatGPT?

Sembra chiaro a questo che non ci siano problemi quando si tratta di un uso privato come assistenza alla conversazione. E come già detto, l’uso pubblico non comporta alcun problema per quanto riguarda i termini e le condizioni di OpenAI. Detto questo, in termini di utilizzo dei contenuti per una comunicazione pubblica più ampia, come gli articoli, potrebbero sorgere dei problemi.

È infatti importante notare che i contenuti creati da ChatGPT derivano da contenuti precedentemente generati da altri e quindi non è chiaro quali siano le implicazioni in termini di diritto d’autore per il riutilizzo di questi contenuti: quando l’output è “ispirato” a opere esistenti e quando invece le sta effettivamente violando? Dove tracciare il limite?

Un utente di ChatGPT può quindi finire involontariamente per violare il copyright di qualcuno se pubblica un output che assomiglia troppo a un’opera esistente.

In conclusione, ChatGPT è certamente uno strumento interessante in molti campi, compreso quello della proprietà intellettuale, in quanto può fornire informazioni e assistenza.

Tuttavia, è necessario prestare attenzione quando si “alimenta” con informazioni riservate, in quanto ciò potrebbe finire per alimentare altri dati o essere dannoso per la protezione di eventuali segreti commerciali.

Inoltre, bisogna fare attenzione quando si copiano i contenuti generati da ChatGPT, in quanto potrebbero essere considerati una violazione del copyright se basati strettamente su opere esistenti: ricordiamo che, poiché la fonte delle informazioni fornite non è citata, esse non sono necessariamente affidabili.

Come ultima osservazione, si noti che sebbene questo strumento possa fornire informazioni e assistenza in materia di proprietà intellettuale, è sempre consigliabile rivolgersi a esperti/e di proprietà intellettuale, poiché ChatGPT (per il momento) non può sostituire la figura di chi è esperto/a in materia di legge!

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