Voglio diventare una... Full-Stack Developer
La sua passione per il cibo passa attraverso i suoi canali social -che invidio tantissimo-, ma in realtà Martina fa molto più di questo: ricopre il ruolo di Full-Stack Developer (e di recente, non solo) in un’azienda svedese.
Questa professione è spesso al centro di discussioni: come si fa a fare tutto? In realtà, non si tratta si essere tuttologi, ma di sapersi destreggiare su più fronti, anche grazie alla presenza di forti competenze tecniche.
Diamo quindi il benvenuto a Martina Della Corte, Full-Stack Developer per TIQQE!
Descriviti in 100 parole.
Ciao, sono Martina ho 30 anni e sono un ingegnere informatico.
Attualmente ricopro il ruolo di full-stack developer presso TIQQE, un’azienda informatica svedese. Mi sono trasferita in Svezia nel 2019, dove vivo con la mia compagna.
Fin da piccola ho avuto un amore profondo per la matematica e sapevo di voler lavorare nel campo scientifico, ma la passione per la tecnologia me l’ha infusa mio zio: la miriade di floppy disk sulla sua scrivania ha sempre esercitato un potere magnetico su di me.
Oltre alla passione per l’informatica e la scienza ho un amore smisurato per la cucina e il BUON cibo (difficile concetto da spiegare ad alcuni svedesi), per i libri e per la fotografia.
Il mio sogno: riuscire a realizzare una serra grandissima per coltivare anche qui in Svezia, i miei amati pomodori.
In cosa consiste il ruolo di Full-Stack Developer?
Un full-stack developer è un developer che è in grado di prendere parte e dare il suo contributo in qualsiasi parte del processo di sviluppo di un’applicazione.
Un full-stack developer è, per esempio, in grado di sviluppare API, creare e gestire database, sviluppare e far comunicare microservizi, ma al tempo stesso è anche in grado di sviluppare l’interfaccia utente di un’applicazione web, lavorare a stretto contatto con i designer per migliorare UI/UX quando necessario e così via.
Più semplicemente, un full-stack developer è in grado di operare sia lato frontend, sia lato backend. Non è detto che in tutti i progetti un full-stack developer lavorerà ugualmente a frontend e backend.
Per esempio, nel progetto a cui lavoro attualmente, svolgo per lo più task relativi al backend e tutto quel che concerne i servizi AWS che utilizziamo, con un’attenzione particolare alla affidabilità del sistema.
In progetti medio-grandi, un full-stack developer tipicamente lavora in team ma in progetti piccoli potrebbe tranquillamente lavorare da solo, viste le skill.
Io per esempio lavoro per un’azienda leader nel settore logistico scandinavo, motivo per cui lavoro in team.
In progetti di dimensioni molto più piccole, un solo full-stack developer è sufficiente.
Qual è la soft skill più importante che deve possedere una Full-Stack Developer?
Credo che la soft skill più importante che ogni developer e più in generale ogni persona che lavori in questo settore sia l’empatia: dobbiamo ricordare che non tutte le persone sono uguali e che dovremmo essere tutti un po’ più bravi nel riuscire a metterci nei panni dell’altro.
Se riuscissimo in questo, avremmo ambienti di lavoro più sereni e team più produttivi.
Altra soft skill ritengo stia diventando sempre più importante è la capacità di comunicare.
Sempre più frequentemente lavoriamo a stretto contatto con il cliente, con la quale discutiamo requisiti e dal quale riceviamo feedback sul nostro operato: saper comunicare in maniera chiara e saper argomentare può aiutare di molto le interazioni.
La maggior parte di noi utilizza i social per parlare dei propri successi, ma la realtà è che siamo quel che siamo grazie al 90% dei nostri errori. Racconta il tuo più grande fallimento da quando lavori nel settore, che però ti ha reso ciò che sei.
Di errori ne ho fatti tanti nella vita, privata e lavorativa.
Ma devo dire la verità: faccio fatica a considerarli dei fallimenti, anche i più grandi. Il fallimento mi sa di negativo e io invece adoro fare errori perché quando sbaglio imparo tantissimo, forse molto di più di quando ho successo in qualcosa.
Magari mi arrabbio o ci rimango male ma quando la botta passa, riesco ad analizzare la situazione in maniera obiettiva e trarre qualcosa di positivo da essa.
Come fare per diventare una Full-Stack Developer?
Essere full-stack non richiede un percorso troppo diverso da quello di un normale sviluppatore.
Se si frequenta un tradizionale percorso universitario i.e. ingegneria informatica, non c’è probabilmente bisogno di molto altro per poter diventare full-stack.
Se invece si intraprendono percorsi (universitari e non) mirati più a frontend o backend, potrebbe essere necessario uno o più corsi che bilancino il peso delle nozioni acquisite, o per chi preferisce studio autonomo.
In generale credo serva tanta passione e tanta voglia di non smettere mai di imparare.
Parlando di successi, qual è il tuo prossimo obiettivo? Quale ruolo vorresti ricoprire entro i prossimi 3 anni?
Ultimamente ricopro il ruolo di Site Reliability Engineer nel mio team. È un ruolo nato presso Google e sta diventando sempre più popolare.
La mia azienda ha deciso di sperimentarlo e sono tra i primi ad averlo ricoperto. In futuro vorrebbero avere più SRE nei diversi team che abbiamo.
Un prossimo obiettivo è diventare Leader di un futuro SRE team. Il mio obiettivo primario però è quello di diventare un architetto software. Credo sia la parte più divertente e stimolante del processo produttivo.
Conosci il tema gender gap in ambito STEM? Se sì, come fare per superarlo?
Se sei una donna che lavora nel settore non puoi non conoscere la tematica.
Spesso e volentieri mi sono ritrovata ad essere “l’unica”. Lo sono stata in Italia all’università nel mio gruppo di amici, lo sono stata in Italia durante la mia prima esperienza lavorativa e lo sono stata anche qui in Svezia lavorando per il mio precedente datore di lavoro.
Da qualche anno il numero di donne che lavorano nel settore scientifico-tecnologico è sicuramente in aumento. Ma non è abbastanza.
Se non sistemiamo la questione parità di genere e patriarcato, non ne usciremo così velocemente. La questione è molto complessa e provare a sintetizzarla in qualche riga è impossibile…
Continuiamo a dividere i giochi in giochi da maschi e giochi da femmina e comportamenti che sono più consoni ai maschietti e meno alle femminucce.
Parte della nostra classe politica crede che il nostro posto sia prendersi cura della casa e della prole. Potrei continuare per ore ad elencare stereotipi radicati nella società: se non li sradichiamo vedo difficile ridurre il gender gap in ambito STEM.