Voglio diventare... Analista strategica

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  • 2024-07-30 - 4 minuti
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Un mestiere complesso, che richiede conoscenze in ambito di marketing, ma anche di informatica, creatività e comunicazione, ordine e un “pizzico” di empatia: conosciamo Chiara Romano, Analista Strategica @ Banana Splint.

Descriviti in 100 parole

Sono, da sempre, una sistemista informatica che naviga nell’oceano della comunicazione digitale da più di vent’anni.

La mia competenza tecnica mi è utile, ad esempio, quando voglio implementare le ultime tecnologie per supportare strategie di branding efficienti.

Grazie al mio lavoro da informatica, so come sfruttare la parte digitale e le nuove AI che facilitano la distribuzione di contenuti multimediali, ottimizzando la presenza online (ma anche offline) dei brand.

Lavoro a stretto contatto con i team creativi e i team tecnici, per assicurarmi che la tecnologia amplifichi il messaggio.

La mia capacità di integrare soluzioni innovative con obiettivi di marketing serve a trasformare il mood creativo nell’ambito branding in un lavoro tecnico, concreto e coerente che supporta il business nella maniera più efficace per l’azienda.

In cosa consiste il ruolo di analista strategic*

Il mio ruolo di analista strategica tocca più aspetti dell’analisi aziendale: digitale, branding, informatico, umano (collaboratori e management).

Quando entro in azienda, osservo tutti questi elementi, per poi operare con il management e con i collaboratori (interni e a volte esterni).

Lavoro con il mio team – Banana Splint – formato da più elementi, a partire dal mio socio, Danilo Spanu, art director che si occupa della parte visual del branding.

Qual è la soft skill più importante che deve possedere un* analista strategic*?

Un* analista strategic* deve possedere uno sguardo multidirezionale, che abbraccia contemporaneamente il dettaglio e la visione di insieme.

Deve conoscere gli ambiti che ho descritto nella domanda precedente.

E, soprattutto, deve possedere le skill di ordine, rigore, organizzazione.

Senza di esse si lavora in modo mediocre e approssimativo.

Il mio più grande fallimento

Anni fa lavoravo con un’azienda tech, come responsabile tecnico dell’ambito B2B.

Insieme al mio ex datore di lavoro, l’avevamo “tirata su” in un certo modo.

A un certo punto, le cose cambiarono. Il successo si era insinuato (male) e, a causa della voglia di raggiungere velocemente il successo, furono fatti dei passi affrettati.

Il nervosismo ormai si era impossessato di tutti noi, perché vedevamo il nostro brand morire giorno dopo giorno, per colpa di scelte impulsive e sbagliate.

L’azienda fallì, così come era nata.

Potete immaginare come ci siamo sentiti tutti noi, quando il capo ha detto “mi spiace, ma sono costretto a chiudere”.

In quel momento ho imparato bene cosa significhi essere lungimiranti e quanto la concretezza sia necessaria.

Una bella batosta utile!

Come fare per diventare un* analista strategic*?

Il mio ambito è particolare, perché non esistono studi universitari che ti direzionano.

Impari sul campo, affiancando chi è più esperto, studiando una combinazione di materie: lavoro, informatica, psicologia, comunicazione, branding, marketing.

Il consiglio che do è: imparate più discipline.

Non potete pensare di diventare dei buoni analisti, se non conoscete bene tutti gli aspetti di un’azienda, produttivi e non.

Qual è il tuo prossimo obiettivo (3 anni)?

Ingrandire il mio brand, sia personale (Chiara Romano), sia aziendale (Banana Splint).

Farmi conoscere ancora meglio come analista strategica e come formatrice.

Lavorare affinché servizio che offro diventi la normalità nelle aziende, perché, ancora oggi, le analisi vengono viste solo in due ambiti: quello finanziario e quello marketing.

Collaborare con le donne, creando team femminili che siano forti, coesi e di successo.

È tutto in divenire, insomma 😊

Conosci il tema gender gap in ambito STEM?

Ho iniziato a operare come sistemista informatica quando la maggior parte delle donne a malapena leggeva i fumetti e sapevano cosa fosse un modem.

Ho dovuto lottare per farmi riconoscere in un mondo prettamente maschile.

Quindi sì, conosco bene il gender gap in ambito STEM.

Oggi, da sola e con Banana Splint, cerco di lavorare con le donne.

Come formatrice, insegno alle donne, giovani e mature, a comprendere la disciplina dell’informatica e quanto sia determinante nella vita di tutti i giorni.

Inoltre, da femminista, mi batto da sempre per far sì che questo gap venga pian piano mitigato, fino a essere debellato (o almeno si spera che succeda in futuro).

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