Voglio diventare... Tech Writer

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  • 2024-02-27 - 8 minuti
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I numeri parlano chiaro: Antonello Zanini, Technical Writer freelance vanta un’esperienza di diversi anni nella scrittura di contenuti in ambito #tech. Ma come si diventa Technical Writer, e quali sono gli obiettivi che deve tenere a mente per dare il massimo nella sua professione?

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Sono uno scrittore tecnico freelance con centinaia di articoli tecnici alle spalle e milioni di visualizzazioni generate. Molti dei miei articoli si trovano nelle prime 3 posizioni su Google e hanno generato decine di migliaia di visualizzazioni. Alcuni di essi sono stati selezionati da alcune delle newsletter più grandi e influenti al mondo. Il mio background accademico è in ingegneria informatica (sono anche iscritto all’Ordine degli Ingegneri), ma le infinite opportunità nel mondo dell’IT mi hanno portato a diventare un divulgatore tecnico in diverse lingue, specialmente in inglese. Nel tempo libero mi piace studiare le lingue, inseguendo il sogno di saper parlare fluentemente almeno 5 lingue prima dei 30 anni.

In cosa consiste il ruolo di Tech Writer?

Il mio lavoro consiste nel collaborare con aziende IT internazionali che desiderano costruire un blog tecnologico di successo, sia interno che esterno (ad esempio, su Medium, Hashnode, dev.to, etc.).

Chi in azienda si occupa dei contenuti ha solitamente un background nel marketing e non possiede le conoscenze tecniche necessarie per scrivere articoli che possano attrarre il pubblico d’interesse.

Al contrario, gli ingegneri del software e gli sviluppatori che lavorano al prodotto non hanno né il tempo né, spesso, le capacità per redigere contenuti accattivanti.

Pertanto, le aziende preferiscono affidarsi a collaboratori esterni come me che possa unire i due mondi, ovvero scrivere contenuti tecnici orientati al SEO.

L’obiettivo di questi articoli tecnici è raggiungere una buon posizionamento su Google, essere menzionati da newsletter di successo e, opzionalmente, sfruttare il contenuto per promuovere un particolare prodotto o servizio software venduto o costruito dall’azienda.

Solitamente, un articolo tecnico mira a spiegare un argomento tecnico, risolvere un problema specifico o illustrare come raggiungere un obiettivo particolare da zero (ad esempio, come costruire un blog in Next.js).

Una volta spiegato ciò per cui il visitatore ha cliccato sull’articolo, si può approfittare del contesto per presentare uno dei prodotti dell’azienda come alternativa o mostrare i vantaggi dell’integrazione di uno o più servizi in vendita. Non tutte le aziende richiedono però questa parte più commerciale, preferendo invece concentrarsi sulla costruzione di un blog meramente tecnico, proponendo i loro prodotti magari tramite newsletter.

Il mio compito è ricevere argomenti e trasformarli in contenuti tecnici di successo, ma anche individuare topic interessanti.

Dopo aver scritto un articolo tecnico, principalmente in inglese ma occasionalmente anche in italiano o spagnolo, è necessario ottimizzarlo per il SEO e infine promuoverlo sui social, specialmente su LinkedIn. Essendo un freelance, svolgo questo lavoro in solitaria, ma mi interfaccio quotidianamente con il reparto marketing e tecnico dell’azienda con la quale collaboro per ascoltare proposte e discutere nuove idee. Oppure, se presente, sono in contatto con il reparto che si occupa dei contenuti. Partire da argomenti e trasformarli in tutorial, guide o blog per un pubblico target di sviluppatori è, infatti, solo uno degli aspetti di questa professione.

Qual è la soft skill più importante che deve possedere una Tech Writer?

La soft skill più importante nel mondo del technical writing è sicuramente la proattività. Se non si è disponibili a proporre argomenti, fare ricerche SEO in modo autonomo e individuare opportunità, si finirebbe presto senza lavoro. Quando lavoro su un progetto e penso “mmmh… qui si potrebbe utilizzare il prodotto del cliente X per semplificare il tutto”, non esito nemmeno un istante a contattare il cliente X per proporre un nuovo articolo o una collaborazione con l’altra azienda per la quale stavo lavorando.

Il lavoro di un technical writer è ricevere feedback (dagli editori, dal reparto marketing, da chi si occupa del prodotto, dagli sviluppatori, etc.), ma anche analizzare e dare opinioni sul contenuto già presente sul blog dell’azienda o scritto da altri. Altre soft skill importanti sono la capacità di ascoltare il cliente, adattando il proprio contenuto al suo stile di comunicazione, la curiosità di approfondire e sperimentare tecnologie nuove e la disponibilità ad accettare critiche in fase di editing. Se non siete disposti a fare un passo indietro o adattare il contenuto sulla base delle note lasciate da chi edita l’articolo, allora questo lavoro non fa per voi!

La maggior parte di noi utilizza i social per parlare dei propri successi, ma la realtà è che siamo quel che siamo grazie al 90% dei nostri errori. Racconta il tuo più grande fallimento da quando lavori nel settore, che però ti ha reso ciò che sei.

Ho commesso così tanti errori durante questo percorso che individuarne uno che si eleva sugli altri non sarebbe possibile.

Nell’ambito del technical writing da professionisti, sbagliare è parte del processo.

Da un articolo che non rispetta quanto desiderato dal cliente, a delle imprecisioni nel codice dentro l’articolo o nella repository di supporto, fino a errori grammaticali, incomprensioni con il cliente riguardo ai tempi di consegna e perfino errori nella scelta stessa dei clienti. Quello che ho imparato è che bisogna abbracciare questi passi falsi e farne tesoro.

Se non avessi perso tempo a scrivere delle bozze che poi non rispettavano quanto aveva in mente il cliente, oggi non darei così tanta importanza ad accordarsi su un outline prima di iniziare a scrivere.

Se non avessi accettato e compreso le critiche dure che gli editori mi facevano sui miei primi articoli, oggi non avrei uno stile di scrittura tecnica più convincente ed efficace.

Se non avessi sbagliato a comunicare ciò che può dare un technical writer, non sarei in grado di fornire delle aspettative realistiche al cliente, così che non pensi che l’articolo finirà al primo posto su Google.

Questi sono solo dei piccoli esempi, ma potrei andare avanti per ore e ore.

Come fare per diventare una Tech Writer?

Sicuramente serve un passato o, perché no, un presente da sviluppatore.

Alcuni articoli sono verticali su un tema specifico e se non avete le skill tecniche richieste, non potete ovviamente affrontarli.

Scrivere codice per lavoro o passione mentre si fa il technical writer da professionista è utile perché fornisce spunti e idee per nuovi articoli, in quanto programmare è sinonimo di trovare problemi e capire come risolverli.

Se avete perso delle ore a trovare una soluzione a un problema, verosimilmente c’è qualcuno dall’altra parte del mondo che si trova ancora in alto mare. Perché non scrivere un bel contenuto tecnico per aiutarlo? Questo è lo spirito del technical writing!

In generale, è fondamentale avere conoscenze nell’ambito della programmazione web, visto che la maggior parte delle aziende IT si posiziona in quel mercato.

Conoscere bene almeno un framework frontend (es. React, Vue, Angular o Next.js) e uno backend (es. Spring Boot, o Express) rende tutto più facile e apre molte porte.

Se scrivete in una lingua straniera, è necessario almeno un livello B2 in quella lingua. Per quanto riguarda l’inglese, è poi utile conoscere e sapere scrivere in Simplified English.

Ricordatevi che, solitamente, il lettore medio non è madrelingua.

L’obiettivo della scrittura tecnica è infatti quello di rendere facile un argomento complesso, quindi oltre ad avere una conoscenza tale del tema da poterlo spiegare in modo semplice, è essenziale saperlo esporre in modo naturale.

Chi legge potrebbe non capire qualcosa per la complessità dell’argomento, ma non dovrebbe essere a causa del vostro linguaggio pomposo o arzigogolato.

Parlando di successi, qual è il tuo prossimo obiettivo? Quale ruolo vorresti ricoprire entro i prossimi 3 anni?

Due anni fa avrei detto: “raggiungere il milione di views generati con i miei articoli”.

Oggi, ho la fortuna di collaborare con molte aziende e di aver scritto diversi contenuti di successo.

L’obiettivo è quindi quello di continuare a crescere e imparare, collaborare con il maggior numero possibile di aziende (mi piacerebbe supportare di più aziende che operano in America Latina e Africa) e scrivere di più in spagnolo (una lingua che amo).

Vorrei anche scrivere il mio primo articolo tecnico in francese (altra lingua che sto imparando ad amare) e partecipare in modo più assiduo a podcast ed eventi della community.

Scrivere articoli tecnici è diffondere conoscenza e aiutare.

Dall’altra parte dello schermo c’è uno sviluppatore stressato, alla ricerca di una soluzione, o affamato di nuove conoscenze.

Il fine ultimo è non dimenticarsi mai di questo, non perdere mai la motivazione più grande quando si generano contenuti, ovvero supportare un’intera community.

Spero che questo percorso mi porti in una delle Big Five o, con più probabilità, a generare i fondi sufficienti per finanziare un mio progetto di startup o quello di altri giovani alla ricerca di successo. Questo è il mio goal da qui a tre anni.

Conosci il tema gender gap in ambito STEM? Se sì, come fare per superarlo?

Questo è un tema molto interessante. Avendo studiato ingegneria informatica e avendo sentito diverse volte l’aberrante sentenza “questo è un lavoro da uomini”, mi ero convinto che quello in cui mi sarei inserito fosse un mondo fatto di soli uomini.

Se i miei primi anni di carriera da sviluppatore mi hanno portato a credere che quella fosse la realtà del settore, la situazione si è completamente ribaltata quando ho iniziato a scrivere contenuti tecnici a tempo pieno per aziende internazionali.

Il team che si occupa dei contenuti nella maggior parte delle aziende per cui collaboro (negli USA, in Israele, in Olanda, in Svezia, in Spagna, in Germania, in Colombia, in Cina e altri Paesi) è composto da un mix equilibrato di uomini e donne. L’inclusività e l’apertura mentale sono alla base di queste realtà di business, al punto tale che molte aziende negli USA non lavorano con scrittori tecnici che non vogliono usare il “singular they” (che molti non sanno nemmeno cosa sia).

Ad oggi, posso affermare che collaboro con più donne che uomini. La mia esperienza mi fa quindi sperare che si stia assistendo a un’inversione di tendenza, soprattutto in ambito internazionale, e che presto questo diventerà un settore più equilibrato.

Essendo un grandissimo sostenitore dell’eterogeneità, non posso che esserne felice.

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