Voglio diventare... Product Designer

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  • 2024-01-23 - 6 minuti
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Un percorso professionale fatto di curve e svolte, che ha portato a grandi risultati: conosciamo Nicolò Mosca, Product Designer @ Casavo.

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Sono Nicolò ho 32 anni e sono torinese. Sono diventato un Product Designer attraverso un percorso un po’ a zig zag. Il mio primo lavoro è stato come giornalista poi ho lavorato per qualche anno da freelance, come generico consulente di comunicazione che faceva un po’ tutto. Ad un certo punto ho deciso di specializzarmi, ho avuto esperienze in ruoli diversi sempre in ambito della comunicazione digitale fino a trovare il percorso giusto e stabilizzarmi come product designer.

In cosa consiste il ruolo di Product Designer?

Questa è una domanda difficile! Hai presente ”Che lavoro fai - come spiegarlo alla mamma?” Ecco, io non ci sono ancora riuscito 😀.

Anche perché in realtà il Product Designer è un ruolo parecchio vasto, che comprende diversi aspetti e verticalità. Per rendere l’idea, mi piace partire dalla parola “design” e le sue varie interpretazioni: in italiano, anche per assonanza, la traduzione che ci viene più immediata è “disegnatore”. Quindi un qualcosa legato al prodotto finale e all’aspetto visivo. In realtà, la traduzione più corretta sarebbe “progettista”, riferito invece più all’analisi e alla progettazione.

Nel Product Design convivono entrambi questi aspetti. Il “deliverable”, cioè il prototipo dell’interfaccia, è solo la punta dell’iceberg. Sotto ci stanno la ricerca con gli utenti per capire i loro bisogni, l’analisi quantitativa e qualitativa, le iterazioni per migliorare il design.

Il Product Designer lavora nel team di prodotto insieme a PM, Sviluppatori e Data Analyst, e si occupa di indirizzare il flusso di progettazione dell’interfaccia. Mi piace utilizzare il termine “indirizzare” anziché “guidare”, perché dalla mia esperienza i risultati migliori si ottengono quando il designer non cala dall’alto le soluzioni ma le crea insieme al team. Tra i vari progetti a cui ho lavorato in questi anni, tutti quelli che hanno avuto successo hanno tutti in comune la partecipazione attiva di ogni membro del team al processo di design.

Qual è la soft skill più importante che deve possedere una Product Designer?

Questa la so: comunicazione. È importante saper spiegare, tanto quanto saper ascoltare. Quello del Product Designer è un ruolo che prevede la capacità di far conciliare bisogni diversi, a volte divergenti, e trovare una soluzione per raggiungere gli obiettivi.

Bisogna ascoltare gli utenti per capire i loro need, ascoltare gli stakeholder per comprendere i bisogni del business, spiegare la soluzione e ascoltare gli eventuali problemi che possono sorgere in fase di sviluppo. Sono fasi in cui, senza una buona comunicazione, non si riesce a svolgere bene il proprio ruolo nel team.

E poi, banalmente, essere efficienti nel comunicare riduce il rischio di incomprensioni e contribuisce a creare un clima positivo nel team, che è un altro aspetto molto importante.

La maggior parte di noi utilizza i social per parlare dei propri successi, ma la realtà è che siamo quel che siamo grazie al 90% dei nostri errori. Racconta il tuo più grande fallimento da quando lavori nel settore, che però ti ha reso ciò che sei.

Dopo aver cominciato il mio percorso facendo in siti in WordPress per piccole realtà e poi in agenzia, sono stato attirato dal mondo delle startup. Quindi ho iniziato a frequentare gruppi e meetup del settore e ho cercato di specializzarmi in uno dei “tech jobs”. Mi sono indirizzato verso lo sviluppo front-end, ho seguito qualche corso, sono entrato in una startup di Torino e ho fatto learn by doing.

Come sviluppatore i miei progressi erano lenti, e mentre scrivevo righe di codice per creare le interfacce mi sono reso conto che in realtà ero molto più interessato a come gli utenti avrebbero utilizzato quell’interfaccia, a cercare dati sull’utilizzo e qualsiasi informazione che potesse essere utile per migliorarla. Lì ho capito che il tech jobs che cercavo forse non era lo sviluppatore e mi sono avvicinato alla User Experience.

Quindi l’obiettivo di diventare sviluppatore l’ho fallito, ma questo fallimento ha aperto la strada al percorso che mi ha portato poi a diventare Designer. È una fase della mia vita che ricordo con piacere, è stata molto formativa.

Come fare per diventare una Product Designer?

Non c’è un percorso di formazione standard per diventare product designer.

Conosco colleghi che vengono da diversi ambiti: graphic design, sviluppo software, psicologia, design industriale o insegnamento per citarne alcuni. Sicuramente avere un percorso accademico in design aiuta, ma non rappresenta uno sbarramento. per chi non ce l’ha.

Fare un corso online è un ottimo passo per cominciare. In giro si trova un po’ di tutto, con prezzi anche molto diversi. Non esiste in assoluto un corso migliore degli altri, alla fine i concetti sono gli stessi. L’importante secondo me è cercare un corso in cui il focus maggiore non sia sulla teoria ma sulla realizzazione di un progetto, che aiuta a mettere in pratica i concetti (e a creare il primo pezzo di portfolio).

A livello di tecnologie, ad oggi l’unico tool veramente essenziale è Figma per il design delle interfacce. Le conoscenze più importanti sono quelle a livello di processi, analisi e progettazione. Sono skill per le quali i corsi danno solo un’infarinatura, per questo è importante sperimentare il più possibile.

Parlando di successi, qual è il tuo prossimo obiettivo? Quale ruolo vorresti ricoprire entro i prossimi 3 anni?

Con precisione non te lo saprei dire. Il mondo tech (e non solo) cambia così velocemente che fare un piano realistico ad oggi mi viene difficile. Non so se tra 3 anni ricoprirò esattamente lo stesso ruolo. In ogni caso penso che l’insieme di skill che si sviluppano lavorando nel design ti porta ad avere un mindset che può declinarsi anche in altri ruoli: alla fine acquisisci una mentalità orientata all’analisi e alla risoluzione dei problemi, abilità che possono far comodo in diverse situazioni. Per non eludere completamente la domanda ti dico: tra 3 anni vorrei fare un lavoro che mi piace almeno quanto quello che faccio oggi.

Conosci il tema gender gap in ambito STEM? Se sì, come fare per superarlo?

Il “gap” è ancora concreto, anche se si vede comunque un lento miglioramento. Secondo me il superamento del problema passa tramite due aspetti. Uno strutturale, nel senso che tutte le aziende devono garantire uguaglianza di trattamento, a partire dalla parità salariale. L’altro è culturale, perché il divario più grande è nella scelta del percorso educativo: ancora oggi le scuole a indirizzo scientifico sono popolate per la stragrande maggioranza da ragazzi, mentre le ragazze si concentrano nelle discipline più umanistiche.

Ci sono ancora bias e stereotipi di genere che portano la società, e di conseguenza gli individui, a pensare che gli uomini siano i più adatti ai lavori tecnico-scientifici e che una ragazza che sceglie un percorso scientifico faccia qualcosa di “strano”. Penso che il fulcro del problema sia qui ed è su questo aspetto che come società dovremmo concentrarci.

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