Recensione de 'Inclusive Design'

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  • 2025-05-22 - 3 minuti
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In questa recensione, esploriamo uno dei pochi manuali del settore che parlano di questo tema: il design inclusivo e come si traduce in pratica. Premesso che non sono certa ne esista un manuale paragonabile a questo per contenuti e scopo, ci sono diversi motivi per cui mi sono convinta a comprarlo praticamente ancor prima di leggerlo nel dettaglio.

Cosa vedrai

Ranking

Anno 2024 Autore Enrico Bisenzi Genere Informatica Livello Per tutti Scorrevolezza 10 / 10 Originalità 10 / 10 Valutazione 10 / 10

Recensione

In primis, l’introduzione: questo manuale ha una durata ben specifica, ovvero va letto in questo momento storico proprio perché chi lavora per conto della PA o per aziende che lavorano con la PA, le normative in materia di accessibilità sul web sono già in vigore e prevedono forti sanzioni, per cui il detto “uomo avvisato, mezzo salvato” è più che valido.

Oltre a questo, il libro si concentra non solo su esempi pratici di alcune delle linee guida presenti nelle WCAG 2.2 in maniera ben dettagliata, ma riporta anche alcuni esempi come queste possano essere valutati caso per caso, come nel caso della navigazione assistita, che richiede l’utilizzo di un footer per riportare i collegamenti alle pagine interne del sito web e quindi accedere in diverse modalità ai contenuti dello stesso.

Il manuale -ovviamente- non copre il 100% delle linee guida, perché lo scopo non è questo: l’autore vuole infatti dare gli strumenti giusti per poter iniziare a valutare con un occhio critico il proprio lavoro e adottare uno sviluppo sostenibile verso l’accessibilità nel campo web.

Con un totale di 20 capitoli, si esplorano tutti i principali campi dell’accessibilità nel web, parlando di colori e contrasti, scrittura, comunicazione attraverso audio e video, layout, input assistito e molto altro.

Non solo questo: c’è un’appendice per ambiti “diversi” dal puro web, come l’accessibilità dei sottotitoli nei contenuti multimediali di cui fruiamo, ma anche uno per i videogiochi e nelle CAA (aka Comunicazione Aumentativa Alternativa). Tre appendici di cui si aveva estremo bisogno, perché dobbiamo ricordarci che l’accessibilità non passa solo per Internet, ma anche in molti altri strumenti e oggetti che utilizziamo quotidianamente.

Altro aspetto interessante di questo libro è la ricchezza di riferimenti e di spunti di riflessione: più che un libro, è una guida da tenere sempre a portata per fare una retrospettiva del proprio lavoro e per trovare ispirazione in metodi, strumenti o casi d’uso che (magari) ancora non abbiamo esplorato.

Lettura obbligatoria se lavori con il web, ma anche se semplicemente utilizzi il web: prendere consapevolezza di ciò che il 15% -un numero non esattamente basso- della popolazione mondiale vive è il primo strumento per la consapevolezza e la normalizzazione di quello che adesso chiamiamo inclusivo, e che potrebbe diventare appartenenza totale.

Lezione imparata

  • Il valore delle sanzioni per il mancato rispetto delle normative circa l’accessibilità web è proporzionale alla dimensione dell’impresa dal punto di vista organico e di fatturato;
  • Il colore porta informazione, ma non è sempre necessario;
  • I controlli manuali rimangono l’unico check reale per l’accessibilità di un sistema, anche se esistono diversi prodotti che permettono una prima verifica automatica (e all’interno del manuale ne sono citati tantissimi);
  • Le interazioni tramite i gesti sono davvero complesse, ma fondamentali da gestire in maniera accessibile, per permettere all’utente non solo di compiere un’azione, ma anche di annullarne gli effetti.

Quotes

Non possiamo ricondurre gli obblighi di accessibilità a incubi sanzionatori e tintinnar di manette! Bisogna invece fare diventare quello che viene percepito come un problema e un assillo in un’opportunità espressiva che aggiunta plus valore al nostro modo di comunicare e di agire! (Grazie a Valeria Salis per avermela riportata!)

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