Recensione de 'Software Licensing e Data Governance'

  • Di
  • 2025-01-28 - 4 minuti
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Software licensing e data governance” è uno di quei libri che aiuta a far chiarezza nell’oscurità delle licenze per il software e del mondo dei dati: un libro più che attuale, vista l’attenzione alla data privacy e al software che sta diventando sempre più proprietario.

Cosa vedrai

Ranking

Anno 2020 Autore Simone Aliprandi Genere Manuale Livello Per approfondire Scorrevolezza 9 / 10 Originalità 10 / 10 Valutazione 10 / 10

Recensione

La prima nota positiva riguarda sicuramente la diversità di argomenti trattati: non si parla di software in senso generico, ma di tutto ciò che coinvolge la creazione e la progettazione del software.

Usare librerie, sfruttare repository online, utilizzare open data: questi sono tutti temi che Simone Aliprandi, autore del libro, ha saputo spiegare in maniera molto chiara ed esaustiva, senza mai tralasciare anche i riferimenti alle norme giuridiche.

Ma partiamo dall’inizio: si comincia dal diritto d’autore e si fa una panoramica molto ampia su come questo funzioni.

Il tema non è per nulla scontato ed è interessante vedere come ci siano una serie di misunderstanding circa l’utilizzo di termini come proprietà intellettuale, copyright, copyleft e via dicendo.

Nella parte introduttiva viene infatti spesa qualche parola per definire i diversi perimetri di queste terminologie, che poi ci accompagneranno nel corso di tutto il libro. Non solo: capire qual è il campo di azione del diritto d’autore in ambito software è fondamentale per riuscire a proteggersi e a proteggere.

Lo sviluppo software è un ambito relativamente nuovo in ambito giuridico e come l’autore più volte ha ricordato all’interno del manuale, non sempre la legislazione riesce a stare al passo con l’evoluzione tecnologica.

È facile incappare tra l’altro in un errore abbastanza comune. Si pensa che il diritto d’autore si applichi solo a seguito di un’apposita registrazione tramite qualche ufficio o istituzione pubblica: in realtà, la semplice creazione implica l’associazione di questo diritto (con i limiti del caso, che riguardano le tipologie di opere coperte da questo diritto).

Particolarmente interessante è il capitolo dedicato al software libero e open source.

Grazie ad una brevissima introduzione su come questi due settori -affini, ma diversi- siano nati, vengono definite le mille e una licenze che sono a disposizione e che abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni.

Per esempio, per chi sviluppa e condivide il proprio codice su piattaforme come GitHub, sarà capitato spesso di ritrovarsi a dover scegliere una licenza adatta.

Barcamenarsi tra le moltissime possibilità a disposizione non è affatto facile: in questo senso, Simone riesce invece a creare e definire molto bene i limiti e gli utilizzi delle licenze a nostra disposizione.

Vengono messi anche a disposizione diversi schemi che riassumono le differenze tra questa tipologia di licenze, nonché l’applicabilità e i diritti relativi: fondamentale quando si tratta di avere a che fare con dei progetti personali, ma soprattutto lavorativi.

Abbiamo detto all’inizio che non si parla solo di software in senso stretto, ma anche di tutto ciò che è coinvolto nella “messa in produzione” del codice: importante è proprio il ruolo delle banche dati e di come queste devono essere gestite e soprattutto utilizzate.

In un momento storico in cui gli open data sono sempre più accessibili e presenti all’interno del contesto dello sviluppo software, è interessante come l’argomento sia tuttora in corso di trattazione e i problemi di compatibilità tra licenze che riguardano questa tipologia di data sia un tema molto caldo.

Soprattutto nell’ambito della ricerca scientifica, questo tipo di dato è fondamentale e va regolamentato conseguentemente: oltre al potenziale infinito nel rispettare i principi cardine alla base degli open data, l’applicabilità è infinita e può davvero portare benefici alla comunità intera.

Chiaramente, si tratta di un argomento molto delicato e che richiede particolare attenzione anche in materia di licenze per quanto riguarda la condivisione e l’utilizzo: avere a disposizione dei dati “in sola lettura” è di per sé inutile.

Ultima -ma non ultima- nota sul tema dati personali: l’autore spende diverse pagine per parlare di privacy -altro termine abusato nel mondo di oggi- e di come questo si accosti al GDPR.

Sapevi che…

  • La parola “licenza” deriva dal latino e significa permettere. Già solo questo aiuta a ricordare a cosa servono le licenze!
  • Mai sentito parlare di Affero GPL? Si tratta di una licenza pubblicata sempre dalla Free Software Foundation che riguarda il software reso fruibile tramite soluzioni “remote”.

Lezione imparata

  • Il concetto del dual licensing o multilicensing;
  • Come acquisire e cedere software tramite le licenze;
  • Esistono dei dati “indirettamente personali”, come quelli meteorologici o territoriali;
  • La protezione del diritto d’autore copre le espressioni, ma non le idee!

Quotes

In un ventennio di evoluzione normativa e giurisprudenziale, nonché di approfondimenti dottrinali, la scienza giuridica ha fornito risposte a questi interrogativi (parlando di leggi e livelli di applicazione). La situazione è tutt’altro che semplice e uniforme, anche per il semplice fatto che l’evoluzione delle tecnologie telematiche ha una velocità tale per cui il mondo del diritto non riesce a tenere il passo.

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