Margaret Hamilton in 3 minuti
Parliamo di successo nel settore dell’ingegneria informatica, e lo facciamo con questa pioniera: vediamo Margaret Hamilton in 3 minuti.
Chi è
Informatica, ingegnera, imprenditrice, nasce alla fine degli anni ‘30. Questi sono solo alcuni fra i tanti cappelli che Margaret indossa nel corso della sua vita: non per nulla, è stata la prima direttrice del Software Engineering Division del MIT, niente poco di meno che il laboratorio in cui viene sviluppato e progettato il software installato per la missione dello sbarco dell’Apollo 11.
Il suo percorso
Laureata in matematica presso l’Università del Michigan e in matematica e filosofia presso l’Earlham College, dopo aver insegnato per un breve periodo, capisce che la sua strada è un’altra e si trasferisce a Boston: lì inizia a lavorare al MIT nel dipartimento di meteorologia, diventando una pioniera del settore informatico. Infatti, nel 1960, l’informatica non era una disciplina universitaria e tutto quello che Margaret produce è farina del suo sacco.
Lavoro al progetto SAGE, ossia un sistema che doveva prevedere e simulare eventi meteorologici con una certa accuratezza, visto l’impiego militare: questo le vale la candidatura per la posizione di capo dello sviluppo software del programma Apollo alla NASA. Così, nel giro di una decade, si trova ad occuparsi di un intero gruppo della missione dell’Apollo 11, tanto che grazie al suo lavoro e a quello dei suoi collaboratori, viene evitato l’abbandono della missione dovuto ad errore di configurazione della procedura di aggiornamento di un contatore.
Riconoscimenti
Grazie a lei, viene segnato l’inizio dell’ingegneria del software, che viene finalmente considerata una materia scientifica alla stregua delle altre. Riceve la Medaglia presidenziale della libertà, ossia la più alta decorazione degli Stati Uniti d’America, da Barack Obama come ringraziamento per il lavoro svolto per il paese, oltre al premio Augusta Ada Lovelace Award.
Citazioni
“Mia figlia Lauren veniva spesso a lavorare con me di notte e nei fine settimana perché eravamo tutti molto impegnati. Non c’era un momento in cui non lavoravamo. Le piaceva giocare all’astronauta perché mi vedeva giocare in quel modo in alcune simulazioni avremmo eseguito. Un giorno, provò una simulazione hardware perché volevamo provare se il software funzionasse correttamente con tutti gli altri elementi, come l’astronauta. Quindi ricordo una volta quando nella simulazione di Lauren si schiantò e pensai: “Oh mio dio, come è successo?’
Curiosità
Hai mai visto questa foto?
Questa foto incredibile di Hamilton e del codice Apollo del suo team ha fatto il giro dei social media e negli articoli che descrivono in dettaglio i suoi contributi chiave al successo dell’Apollo 11. Secondo Hamilton, questa immagine ormai iconica, è stata scattata al MIT nel 1969 da un fotografo dello staff dell’Instrumentation Laboratory per essere utilizzata nella promozione del lavoro del laboratorio su il progetto Apollo. La didascalia originale, dice, recita:
“Qui, Margaret è mostrata in piedi accanto agli elenchi del software sviluppato da lei e dal team di cui era responsabile, il team del software di volo di bordo LM [modulo lunare] e CM [modulo di comando]”.